mercoledì 14 gennaio 2015

11 Gennaio 2015 # Sentiero del Viandante

da Lierna a Varenna

 A causa delle previsioni meteo avverse, vento estremamente forte anche a 100 km/h, la prevista ciaspolata allo Spitzhorli (Sempione) è stata annullata (magari si riesce a recuperarla più avanti); abbiamo così colto l'occasione per effettuare la ricognizione (meglio chiamarla esplorazione) sul tratto Lierna -> Varenna del sentiero del Viandante (a nord di Lecco).
Ci sono 2 percorsi che collegano queste località, abbiamo scelto di seguire quello così detto "alto".

Il sentiero è sufficientemente impegnativo sia per lunghezza che per dislivello, ed è di una soddisfazione estrema per gli scorci che offre sul lago.

Il tratto iniziale dopo una camminata nei sobborghi di Lierna si inerpica per 500 mt, è un sentiero veramente ripido spesso sconnesso e non concede tregua.

Nel secondo tratto, ormai da considerarsi come la discesa verso Varenna ci sono un paio di punti da cui sembra di essere sopra Bellagio e si possono vedere per un buon tratto i 3 rami del Lago di Como e buttare lo sguardo anche nella valle verso Porlezza e proprio sotto di noi verso nord c'è Varenna sovrastata dal promontorio con in bella vista la torre del castello di Vezio.

Poi c'è la visione di tutte le cimette che fanno contorno al lago, dai Corni di Canzo al Monte San Primo, ai Monti di Tremezzo ed al Crocione poi al Grona, Bregagnino, Bregagno e Pizzo di Gino e poi lo sguardo può spaziare ancora più lontano.


Il tratto finale oltre ad essere scosceso è anche su terreno sgretolato e richiede attenzione nel muoversi per le numerose radici che spuntano qui e la, pronte a fare lo sgambetto al viandante.

Il ritorno a Lierna l'abbiamo effettuato in pochi minuti con il treno.

Valeva proprio la pena di farci una camminata su questi monti
e come spesso accade a quelli del PAMPI il tempo è stato clemente con noi

abbiamo percorso 15,5 km;      salito 1020 mt.;      camminato per 4e1/2 ore e guardato in giro per ore;     ed abbiamo provato la variante che sale al Monte Fopp


giovedì 8 gennaio 2015

04 Gennaio 2015 # Devero -> Bocchetta di Scarpia

prima uscita dell'anno, Ciaspolata al Devero

Tocca al Gruppo Ciaspole organizzare le prime uscite dell'anno e di neve ce n'è poca, ovunque, per fortuna appena prima di Natale abbiamo fatto un giro al Devero per vedere in che condizioni d'innevamento è, scartato il solito Cazzola avevamo optato per il Monte Sangiatto; ma ci eravamo dovuti arrendere una volta giunti alla Bocchetta di Scarpia per le pessime condizioni del pendio.
Ci eravamo spinti fin sulla costa del Monte per vedere il Lago di Agaro, ma più in su non si era andati, sarebbe stata un'imprudenza.
Ed allora ecco che proponiamo proprio quello stesso percorso fatto 15 giorni prima da noi del PAMPI , speriamo in un poco di neve in più; sappiamo che ci sarà vento a 25 - 30 km/h nella piana del Devero, ed alla Bocchetta saranno sicuramente di più, quindi raccomandiamo a tutti di coprirsi bene.
Gli iscritti all'escursione sono più del previsto, anche 4 del gruppo Seniores ci hanno chiesto di partecipare, e al sabato si sono iscritti anche Rossano e Nicola, loro sono più alpinisti che escursionisti, ma vogliono forse qualcosa di tranquillo per digerire il panettone di Natale e di Fine Anno; alla partenza saremo in 20.
Ritrovo al solito posteggio Carrefour/K2 e partenza alle 7°°, nessuna sosta lungo il percorso per non perdere la possibilità di posteggiare su al Devero e non prima della galleria dovendo anche attendere la navetta.
Il viaggio sembra filare liscio fino a quando comincia a cadere qualche goccia che diviene sempre più insistente, per quelli del PAMPI non ci sono dubbi, questa pioggia non è un ostacolo quindi neppure ci poniamo il dubbio se continuare o sospendere l'escursione, andiamo avanti, bisogna arrivare presto per trovare i posti macchina migliori.
All'arrivo scopriamo che il parcheggio coperto è già completo e le macchine devono essere posteggiate lungo la strada; e mentre sto calzando gli scarponi posteggia di fianco a me Pietro del CAI di Sesto, scambiamo qualche parola e così scopriamo che al loro rifugio è alloggiato il gruppo degli speleo del CAI di Gallarate, non possiamo quindi esimerci dal passare al Rifugio del CAI di Sesto per salutare gli amici del nostro CAI.
Una volta che tutti sono arrivati ci accingiamo a partire ma scopriamo che qualcuno ha deciso di lasciare le ciaspole in auto "tanto di neve non ce ne sarà" è il loro commento, ma sollecitati tornano a prenderle e dopo 10 minuti si presentano al Rifugio "ciaspolemuniti". Si parte, i pessimisti aprono l'ombrello!
Il percorso da seguire prevede di passare il ponte sul Torrente Devero (1624 m.) e svoltare subito a destra; mettiamo le ciaspole ai piedi, tanto per non tenerle sulle spalle, ma non ce ne sarebbe bisogno; sappiamo che fra qualche centinaio di metri ci sarà una piccola salita che durante la ricognizione presentava il fondo gelato e scivoloso ed allora qualcuno monta i ramponcini in via precauzionale.
Riattraversaamo il torrente e lo costeggiamo per un tratto tenendolo a sinistra, nel frattempo non piove già più ma nevischia, ci inoltriamo nel bosco e seguiamo le indicazioni del sentiero per ciaspolatori che porta dopo circa 1km e 300mt ad un ponticello che supera il Rio del Sangiatto; qui la neve è già abbastanza alta da aver quasi coperto i cartelli indicatori, ma è compatta da non impedire di proseguire senza ciaspole.
Ancora 200 metri e siamo alle baite alte della Corte d'Ardui (1765 m.); qui termina il tratto in falsopiano e comincia la vera salita.
Occorre percorrere altri 600 metri prima di riattraversare il Rio del Sangiatto (1830 m.) e puntare decisamente a sud per piegare poi a nord-est e dopo altre deviazioni arrivare al traverso, esposto a sud, che domina il lago inferiore di Sangiatto (nascosto alla vista perché completamente gelato ed innevato) che precede le baite dell'Alpe Sangiatto (2010 m.).
Ci fermiamo e facciamo il punto della situazione, già tira un bel vento e non tutti se la sentono di continuare; alcuni decidono di stare ad attendere il nostro ritorno in una delle costruzioni..
I seniores decidono di fermarsi, anzi di abbandonare la comitiva e di rientrare a valle se non addirittura a casa;  Comunque è stato un piacere averli con noi; e trottano ancora allegramente    i vecchietti !!!
A ranghi ridotti riprendiamo la salita, aggiriamo il cucuzzolo che sta a sud dell'Alpe e proseguiamo poi verso mezzogiorno per dirigerci poi ad est verso la Bocchetta.
Percorriamo un lungo traverso in salita, direzione est, fino a raggiungere un pianoro (2170 m.); Rossano e Nik proseguono con le ciaspole sullo zaino.
Saliamo l'ultimo pendio, non ripido, ma flagellato da un forte vento. Sono 300 metri di percorso con un dislivello di 70 metri, ma se non sono faticosi sono invece veramente fastidiosi.
Eccoci infine alla Bocchetta di Scarpia (2248 m. 2270 per il GPS),

c'è un vento impressionante, nulla rispetto a quello provato la settimana precedente alla Massa del Turlo, allora era così forte che Paolo ed io per arrivare alla croce ci eravamo dovuti acquattare e procedere carponi per l'ultimo tratto di salita.
Ma qui non è tanto la forza del vento quanto il fatto che solleva la neve e la scaglia con veemenza in faccia, è questo che rende difficile procedere; ci sembra di essere in una sabbiatrice.
Giusto il tempo per scattare una foto e poi giù in fretta.
Lo spuntino lo faremo una volta tornati all'Alpe Sangiatto.
Si scende rapidi, incontriamo gente che sta salendo solo ora; la neve che abbiamo dovuto pestare per primi ora sembra una autostrada, hanno camminato ovunque fuori dalla nostra traccia; si notano distintamente le piazzuole di neve pestata dove la gente si è fermata a prender fiato.
Quando arriviamo alle baite troviamo altri oltre a quelli del nostro gruppo, si sono riparati tutti in quella che è la baita di mungitura, riparati dal vento ma con un gelo allucinante.
Veloci a rifocillarci e poi giù verso il Devero, qualcuno veloce e qualcuno più lento e rispettoso di chi ha ancora qualche problemino alla schiena (grande Anna ! ).
Ripassiamo dal Rifugio del CAI di Sesto per vedere se c'è ancora qualcuno dei gallaratesi, ma ormai sono partiti, c'è solo Pietro che salutiamo e ci diamo appuntamento per le lezioni del Corso Escursionismo 2015.



Poi ci salutiamo e ciascuno raggiunge l'auto con cui è arrivato. Si torna a casa.

Ma dov'è che abbiamo perso Rossano e Nik?    No,    anzi,     è il contrario,    dov'è stato e quando Rossano e Nik ci hanno distaccato e ci hanno persi?


Dislivello sulla carta = 630 mt;             nella realtà con i vari sali scendi abbiamo salito 706 mt
Distanza percorsa a piedi Andata + Ritorno =  11,7 km circa
Tempo in movimento Andata + Ritorno =  4 ore

   L'escursione è stata diretta da Paolo ed Ermanno
                        ci hanno fatto buona compagnia alcuni amici del CAI di Gallarate


potete seguirci con l'immaginazione guardando le foto scattate



le foto delle varie escursioni fatte le trovate seguendo il link alle foto